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LA LEGGE DEL CAMMINO

"Pensavo che a questo punto del cammino, sarei stata una professionista diversa. Ma ringrazio il cielo di non esserlo, di non essere arrivata, di continuare ad essere in ricerca incessante di nuovi percorsi."

Non abbiamo fatto un patentino per imparare a camminare. Semplicemente un giorno le nostre gambe, forti di tante prove traballanti, hanno preso coraggio e hanno iniziato a reggersi da sole. Magari lo sapevano già fare prima, ma in quel momento preciso hanno deciso di spiccare il volo, anzi, il passo.

Non ci sono regole, per camminare dico. Non c'è un regolamento preciso, non c'è scritto da nessuna parte quanto si debba andare veloci, in quanti si possa camminare appaiati, se ci si possa dare la mano, se si possa cedere la strada ai corridori oppure ai ciclisti.

I camminatori non hanno leggi.

Eppure mi piace pensare che un regolamento esista. Una specie di codice segreto, come quello dei motociclisti che si salutano alzando due dita delle mani, come se stessero sorseggiando un the bollente. Il codice lo conoscono i camminatori seriali, non quelli della domenica. Quelli che se devono spostarsi e devono scegliere se andare in auto o a piedi, scelgono di camminare.

Scegliere di camminare cambia la percezione della vita e del tempo, delle distanze. Tutto si rallenta. Tutto si fa amico, quieto compagno di viaggio, discreto avventuriero. Smetti di amare il sole limpido ed impari ad amare le nuvole che si affollano, giocano, danzano sopra la testa, all'orizzonte, e camminando vai loro incontro.

In questo tempo molto strano, in cui il settore degli eventi, della cultura, delle relazioni e degli incontri è statico ed impaurito, in attesa trepidante di svegliarsi dall'incubo pandemico, rischio spesso di cadere preda dell'insicurezza. Ma da quando sono diventata una camminatrice seriale, mi accade sempre più di rado.

Ho capito che chi cammina, lo fa col sole, con la pioggia, col vento, con la brina per terra, con l'asfalto scivoloso di ghiaccio. Ho capito che chi cammina sa camminare in compagnia di amici fedeli (come il piccolo Alakay), ma anche da solo, o in compagnia di avventure, pensieri, libri, voci, parole scritte, armonie. Ho capito anche che chi cammina impara a guardare e a con-siderare, a guardare verso il basso ma anche verso l'alto, a guardare verso l'orizzonte che li unisce.

Pensavo che a questo punto del cammino, sarei stata una professionista diversa. Ma ringrazio il cielo di non esserlo, di non essere arrivata, di continuare ad essere in ricerca incessante di nuovi percorsi.

Sono entusiasta di aver tratto dai miei cammini dei principi essenziali:

  • puoi camminare solo o insieme ad altri, ma si punta sempre verso una direzione comune. Non importa se lavoro sola o in team, punto sempre nella direzione comune.

  • Sono orgogliosa di avere sempre le Nike nella mia borsa del pc: Si può camminare con i vestiti eleganti, con le giacche, con il vento e con la pioggia. Tanto poi ci si asciuga.

  • Sono orgogliosa di essere in ricerca. Ancora una volta. Di non aver ancora gettato la spugna. Di continuare a cercare per me e per la mia famiglia un futuro di libertà, di condivisione, di scoperta, di avventura quotidiana.

La legge del cammino? Mai tornare indietro. Sempre avanti, avanti, avanti.


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